Critica ai corsi di lingua tradizionali

7 ragioni per cui i corsi di lingua si rivelano inadatti alle nostre esigenze.

Ci possono essere tante ragioni per preferire un metodo rispetto a un altro, ma ci sono dei motivi comuni per cui i corsi di lingua tradizionali sono inadatti alla maggior parte degli studenti.

Parlo di corsi di lingua “tradizionali” perché oggi esistono talmente tanti approcci differenti, che immagino come per alcuni corsi le seguenti critiche non valgano. O almeno lo spero. Queste critiche si riferiscono al “tipico corso di lingue”, che immagino la maggior parte di voi conosca.

1) I corsi di lingua si rivolgono a uno studente genericocorsi di lingua

Un corso di gruppo cerca di accontentare tutti e per farlo si orienta a quello che immagina essere il suo “studente standard”. Si cerca di standardizzare il processo di apprendimento e in questo modo si crea un metodo di studio inadatto alla maggior parte degli studenti reali.

Ci sono diversi fattori che influenzano in modo determinante l’apprendimento di una lingua. Elenchiamo rapidamente quelli a mio avviso più importanti:

  • Lingua madre: per un olandese e per un cinese l’esperienza di imparare il tedesco sarà sostanzialmente diversa;
  • Età: metodi diversi sono adatti a età diverse, un quindicenne e un quarantenne imparano in modo molto differente;
  • Altre lingue: conoscere già altre lingue straniere è un grosso vantaggio per l’apprendimento, dipende anche da quanto sono simili alla lingua da apprendere ora
  • Preparazione e interessi culturali: il tipo di formazione e consumo culturale dovrebbe giocare un ruolo determinante nella scelta del metodo;
  • Scopo: il motivo per cui si vuole imparare la lingua cambia addirittura il tipo di competenze su cui bisognerebbe focalizzarsi;
  • Contatti sociali: il rapporto con la lingua straniera passa attraverso il rapporto con altri esseri umani, quindi i nostri contatti sociali saranno cruciali per il nostro apprendimento.

Se adesso ci spostiamo a Berlino e entriamo in una classe di tedesco, che sia una VHS o il Goethe Institut, troveremo nella stessa aula studenti di paesi ed età diverse, con esperienze, preparazione, scopi e situazioni sociali anche diametralmente opposti. A tutti viene però proposto lo stesso metodo didattico!

Per buona parte degli studenti il corso sarà troppo lento o troppo veloce, troppo teorico o troppo pratico, troppo superficiale o troppo approfondito, troppo scritto o troppo orale, etc. Più il vostro caso è individuale e specifico, più vi troverete male in una classe mista. Questo comporta necessariamente una grande perdita di efficacia e produce frustrazione.

Bisogna accettare che l’apprendimento linguistico necessita di un metodo su misura, perché è troppo legato a fattori strettamente individuali.

2) I corsi di lingua cercano di “insegnare la lingua” invece di insegnare come impararla.imparare a imparare

Purtroppo la lingua non è una cosa che si possa “trasmettere”. La competenza linguistica la dobbiamo sviluppare noi. L’insegnante al limite ci potrà spiegare delle regole, proporci materiale ed esercizi e nel caso correggerci quando parliamo e scriviamo.

L’approccio dei corsi tradizionali è però ancora spesso quello dell’insegnamento frontale, dove l’insegnante spiega o guida gli studenti nello svolgimento di attività didattiche predefinite.

Per questo ci sembra di essere tornati a scuola. Ho scoperto con il tempo di non essere l’unico a provare rigetto per questo approccio “da scuola media”.

Il motivo del rifiuto è semplice: siamo adulti, non siamo bambini! Vogliamo imparare una lingua, ma non vogliamo tornare alle elementari.

In quanto adulti, il modo migliore per imparare una nuova lingua è quello che valorizza le nostre esperienze e che ci permette di diventare sempre più autonomi col passare del tempo.

Insomma non vogliamo venire imboccati, bensì vogliamo imparare a imparare.

3) I corsi di lingua trascurano il mondo fuori dall’aula

Questa è in gran parte una conseguenza del punto precedente: visto che non ci si concentra sull’imparare a imparare, non ci occupa neppure dell’apprendimento linguistico al di fuori dell’aula.

Il modo migliore per imparare una lingua straniera è integrarla nella nostra quotidianità in molti modi e momenti diversi. Questo rende l’allenamento più leggero, costante, interessante, divertente e soprattutto efficace. Ci sono mille metodi e trucchi per fare ciò, ma i corsi di lingua non se ne occupano per nulla. Nella maggior parte dei casi il corso si limita al tempo passato in aula: per il resto lo studente viene lasciato da solo a se stesso.

Ovviamente con un’eccezione: i compiti a casa. Gli esercizi però sono di solito proprio “esercizi” nel senso scolastico del termine e non forme di allenamento integrate nella quotidianità dello studente e adatte ai suoi gusti. Un gran peccato.

Spesso l’allenamento “fuori dall’aula” viene a deteriorarsi del tutto. In altre parole: chi frequenta un corso di lingue non si esercita quasi per nulla al di fuori delle ore di lezione.

4) I corsi di lingua rovinano la motivazione

motivazioneSe leggendo questo titolo hai pensato “ma come? io mi sono iscritto proprio per motivarmi a studiare!“, allora sei in buona compagnia! Molti fanno questa scelta per poi pentirsene.

Il corso di lingua è allettante perché promette di risolvere il problema della motivazione, speriamo cioè che il corso ci costringa a studiare con continuità e ci motivi ad andare avanti.

Questa scelta però si rivela una lama a doppio taglio. Se da una parte è vero che l’iscrizione a un corso funziona come l’iscrizione in palestra, cioè crea un impegno da rispettare… dall’altra può avere conseguenze psicologiche negative.

La maggior parte di noi cresce dividendo le attività quotidiane in due gruppi: quello che dobbiamo fare e quello che vogliamo fare. Questa divisione comincia da bambini, quando dobbiamo fare i compiti e mettere a posto la stanza ma vogliamo giocare, disegnare e costruire.motivazione

Imparare una lingua comporta molte attività diverse, e se impariamo a impostarle correttamente solo poche di esse diventeranno doveri. Questo è ovviamente un grande vantaggio, perché invece di diventare un impegno ulteriore, la lingua straniera diventerà un interesse, un hobby, un’attività piacevole.

Iscrivendoci a un corso rischiamo come prima cosa di spostare gran parte delle attività di apprendimento nel gruppo  delle “cose da fare” e questo ci penalizzerà moltissimo.

Un altro aspetto importante è quello della differenza tra attività passive e autonome. Affidarci alla routine di un corso di lingua ci toglierà almeno in parte il senso di avventura, di autonomia, di responsabilità e sfida che altrimenti potremmo apprezzare e usare a nostro vantaggio.

E poi ancora: la motivazione ad allenarsi fuori dalle ore di lezione cala anche perché imparare più rapidamente serve a poco se si segue un corso, se tanto il ritmo di avanzamento dipende dai progressi dell’intero gruppo.

5) I corsi di lingua costano  risorse.tempo e soldi

Non soltanto i corsi di lingua sono costosi in termini di soldi (un corso  intensivo al Goethe Institut arriva a costare più di mille euro al mese!) ma costano anche tempo e disciplina.

Il tempo e la disciplina sono risorse prezione che vengono rapidamente consumate se si passano 4 ore al giorno (corso intensivo) seduti nella stessa stanza a fare grammatica ed esercizi.

Quel tempo e quella determinazione potrebbero essere impiegati in attività più efficaci, più interessanti, più soddisfacenti e più divertenti.

Io sono un po’ pigro, poco disciplinato, e mi piace fare molte cose diverse. Per questa ragione l’energia, la disciplina e il tempo sono risorse importantissime per me. Se sono riuscito a imparare cinque lingue in pochi anni è stato solo grazie all’attenzione che ho riposto nell’investire saggiamente queste risorse. Ho notato subito come le poche lezioni di gruppo che ho frequentato hanno consumato le mie risorse molto rapidamente, e soprattutto senza rigenerarle.

6) I corsi di lingua sono superficiali.

imparare in profonditàOvviamente dipende dalla scuola e dal corso, ma la mia impressione è che in generale la standardizzazione per “livelli di competenza linguistica” (A1, A2, etc.) e la fissazione con i relativi “esamini” fa prediligere lo sviluppo di competenze linguistiche superficiali ma facilmente misurabili.

Per passare uno di questi esami è fondamentale imparare “a pappagallo” frasi e discorsi standard, sostituendo semplicemente le parole. Questa pratica è a mio parere ridicola.  Se volete farvi un’idea voi stessi, su youtube potete trovare esempi di esami orali del Goehthe Institut, ad esempio A1 e A2. È evidente che gli studenti non abbiano nessuna idea delle strutture della lingua tedesca, stanno bensì ripetendo pezzettini di discorso imparati a memoria.

Sul lungo periodo gli effetti sono desolanti: ci si trova in un labirinto di frasi fatte e costruzioni capite a metà, da cui non si sa più come continuare.

Almeno la metà dei miei studenti sono persone che si sono trovate “bloccate”, di solito tra il “livello B2” e “il livello C2”. Il motivo del loro blocco è nel 90% dei casi la superficialità con cui è stata spiegata loro la lingua.

7) L’attenzione dell’insegnate viene diluita e i compagni sono cattivi maestri.lezioni di gruppo

In una classe di 10-20 persone, l’insegnante non ha quasi per nulla tempo per te.

La maggior parte del tempo si tratta o di spiegazioni frontali (l’insegnate spiega e la classe ascolta) o di esercizi “di gruppo” dove gli studenti interagiscono e l’insegnante interviene a corregge.

Nel primo caso però sorge spontaneo commentare: “avrei potuto vedermi la lezione anche su youtube!“, perché l’interazione è molto limitata.

Nel secondo caso si tratta invece di un’attività che può risultare addirittura dannosa. Se da una parte si può imparare dagli errori degli altri, dall’altra si rischia assorbirli e farli propri. Allenarsi con dei compagni di studio può essere produttivo solo per certi tipi di esercizi e va fatto cone metodo.

Conclusioni

Quello che più mi dispiace è incontrare persone che si sono convinte di non essere portate all’apprendimento delle lingue e hanno smesso di imparare. Si sono arresi e pensano di essere loro stessi la causa di questo fallimento. Invece spesso è un problema di metodo.

Se quello che ho scritto descrive alemeno in parte la tua esperienza ma vuoi comunque imparare il tedesco o migliorare il tuo livello, allora è per te che ho scritto questo post. In primo luogo per dirti di non arrenderti e di sviluppare un metodo di studio adatto a te.

Se desideri un aiuto professionale per impostare il tuo metodo di apprendimento e un allenatore personale che ti aiuti a superare le difficoltà e le sfide del tedesco, allora contattami pure.

Ti è piaciuto l’articolo? allora per favore: condividimi! 😉

Non sei d’accordo con qualcosa? Scrivi un commento e fammelo sapere!

7 Responses to “Critica ai corsi di lingua tradizionali

  • Punto nr. 3: “un corso intensivo arriva a costare quasi mille euro al mese e promette il C2 in un anno – per un totale di quasi 12.000 euro!” Apperò caruccio il corso.. Ridimensionerei un po’ le cifre soprattutto tenendo conto del fatto che nelle scuole di lingua nella stragrande maggioranza dei casi vengono offerti dei pacchetti grazie ai quali, per arrivare al livello desiderato, si risparmia moltissimo…

    • Beh, il corso intensivo del Goethe Institut costa più di mille euro al mese. In effetti se uno decide fin dall’inizio di frequentare più mesi… c’è uno sconto. Si arriva comunque su quelle cifre, dovrei correggere a “10.000”?
      Ovviamente poi se si è in Germania e ci si accontenta delle VHS, allora i prezzi sono molto più contenuti. Ma anche la qualità precipita.

      • Si scusami, effettivamente i prezzi del Goethe sono altini. Mi orientavo più verso altre scuole private come lo Sprachenatelier che ho frequentato appena arrivata a Berlino (€3160 / 48 settimane) o la Deutschakademie (€450 / 8 settimane), ma ce ne sono moltissime altre

        • Figurati Sara, anzi grazie del commento e di aver postato anche le tariffe 🙂
          Magari potranno essere utili a qualcuno che ci leggerà in futuro ^_^

  • Fabiano
    7 years ago

    Sono d’accordo praticamente con tutto, ma vorrei solo evidenziare un aspetto dei corsi in classe che per alcuni, come me, è un vantaggio e che purtroppo per molti altri è uno svantaggio: lo spirito di competizione.
    Personalmente mi sento molto più motivato a fare qualcosa quando ho qualcuno con cui confrontarmi. E con questo non voglio dire che voglio sempre primeggiare! Anzi, se trovo qualcuno che riesce a fare meglio di me, la cosa mi stimola ancora di più!
    Purtroppo, come dicevo, so che per contro, questo è uno svantaggio per molti, che si sentono lasciati indietro o non a livello, per questo, io stesso spesso cerco di trattenermi o di stimolare gli altri, soprattutto quelli meno attivi: cosa che però, a volte, ha addirittura l’effetto contrario…

    • Ciao Fabiano 🙂
      Mi interesserebbe leggere di più riguardo la tua esperienza, perché hai ragione: per la maggior parte degli studenti la concorrenza sortisce un effetto negativo.
      Quindi le domande che ti vorrei porre sono due: 1) in che modo esattamente la cosa ti stimola, cioè in che ambiti, come ti confronti e cosa poi ti trovi a fare che non avresti fatto; 2) mi interessa capire in che modo cerchi di stimolare gli altri e cosa secondo te funziona e cosa produce l’effetto contrario.
      Grazie di condividere con noi 😀

      • Fabiano
        7 years ago

        Ciao Alessio, grazie a te dei tuoi articoli sempre molto interessanti 🙂
        1) in che modo mi stimola: c’è innanzitutto da dire che non mi sono mai trovato nella condizione di *dover* imparare una lingua straniera, ma sempre di *volerlo* fare. Mi spiego meglio: non avendo mai soggiornato per lunghi periodi all’estero (mai più dei pochi mesi permessi dal visto turistico), io non ho mai avuto veramente lo stimolo della necessità per la vita quotidiana; questo significa che mi è anche sempre mancata la componente della socialità. Il gruppo classe, a suo modo, credo che contribuisca un po’ a ricreare questa socialità, a stimolare la voglia di comunicare con qualcun altro e poi… beh, diciamocelo, di far vedere quanto sei bravo 😛
        2) come cerco di coinvolgere gli altri: in genere cercando di interagire con loro o aspettando, ad esempio che sia qualcun altro a rispondere alle domande dell’insegnante o cose del genere. La reazione peggiore che questi altri possano avere e chiudersi a riccio, come se si sentissero minacciati, come a dire “ce l’hai con me?”. Capita però a volte che qualcuno si sciolga. Cosa rara, purtroppo, ma comunque, creare questi tentativi di interazione serve anche a capire quanto quella persona accetta che tu ti impicci.

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